IL VERISMO

Con la fine dell'Ottocento, l'opera assunse (come la letteratura, alla quale s'ispirava), un carattere verista, basandosi sul racconto di fatti realmente accaduti o rappresentati con senso realistico. Praticità e concretezza si sostituiscono alla fantasia e al sentimentalismo precedente. Con i veristi nacque un'arte specificatamente borghese, che rifletteva le aspirazioni e i sentimenti popolari.

 

Il Verismo in Italia

I maggiori compositori italiani di opere veriste furono: Puccini, Leoncavallo e Mascagni.

Il Verismo italiano è inaugurato dall'opera " Cavalleria rusticana" di Pietro Mascagni, tratta da una novella di G. Verga, il massimo esponente letterario del Verismo. L'opera mette in scena storie vere, in cui non c'è posto per sentimentalismi esagerati. Il termine "verismo" indica infatti che l'attenzione si è spostata sulla vita di tutti i giorni e sui problemi delle persone comuni; eroi e semidei non esistono più: esiste solo l'uomo con la sua fragilità. Puccini fu uno dei maggiori esponenti del Verismo italiano. Discendente da una famiglia di musicisti egli curò molto anche le scenografie delle sue opere: si informava sugli usi, i costumi e i paesaggi dei luoghi dov'era ambientata l'azione per poterne ricreare, anche musicalmente, un'immagine autentica e fedele.

 

Il Verismo in Francia e in Germania

George Bizet può essere considerato l'iniziatore in Francia dell'opera verista con la "Carmen" i cui soggetti sono spesso drammi realmente accaduti e rappresentati con veridicità. Altri musicisti da ricordare sono: Jules Massenet, Charles Gounod e Camille Saint-Saens. Quest'ultimo fu autore soprattutto di musica strumentale. La Germania, invece, non riusciva a scrollarsi di dosso i miti wagneriani. Solo due musicisti se ne liberarono, pur suscitando molto scalpore: Richard Strauss e Gustav Mahler.