Il repertorio gregoriano si basa su scale eptafoniche (cioè di 7 suoni) appartenenti ad otto modi. Intorno all'anno 1000 questo sistema raggiunse una certa stabilità distinguendosi in 4 modi autentici e 4 plagali (derivati cioè dagli autentici). Le note che caratterizzano questi modi sono sempre 2 e prendono il nome di "finalis" e "repercussio", esse rappresentano i punti di gravitazione della melodia. I modi Ionico ed Eolio sono alla base dell'attuale sistema musicale. Nel 476 cade l'Impero Romano e la penisola è invasa dalle popolazioni barbariche, la Chiesa acquista sempre maggior potere politico. Le diverse realtà locali devono venire omogeneizzate e questa fu l'opera di papa Gregorio I Magno (590/604). I canti in latino della liturgia sacra vengono raccolti dalla ricerca della Schola Cantorum e, dapprima tramandati oralmente, confluiscono nei codici monastici e successivamente nel Liber Usualis. A questo genere di canto si da il nome di Canto Gregoriano, basato sul sistema Modale (il nostro è quello Tonale che si affermerà qualche secolo più tardi), sulla semplicità melodica e ritmica ma allo stesso tempo ricchissimo di varietà di stili. Il canto gregoriano riesce a trarre linfa vitale dall'esigenza di memorizzare sequenze di note e di parole, inventandosi nuovi mezzi di codificazione e trasmissione che man mano si dimostreranno così interessanti da divenire essi stessi nuovi canti. Questa pratica generava infatti nuove "sequenzae" e nuovi "tropi" (rispettivamente aggiunta di note e di testo a melodie preesistenti) che richiedevano una maggior capacità di memorizzazione fino a portare all'esigenza di una scrittura musicale. Il primo importante trattato di scrittura musicale è il Micrologus di Guido D'Arezzo, monaco benedettino a cui si attribuisce l'invenzione della "solmisazione", una pratica che cambierà il nome delle note dalle lettere alfabetiche alle sillabe che oggi noi conosciamo (A,B,C,D,E,F,G,hanno dato vita alle chiavi musicali e persistono in Francia, Inghilterra, Germania... ); le sillabe sono tratte dai primi emistichi (iniziali dei versi) dell'lnno a S. Giovanni (protettore dei cantori). Il Micrologus definisce sancisce anche la vittoria della notazione neumatica (segni che rappresentano altezza e durata dei suoni) sulla notazione chironomia (segni che rappresentano una mano che guida la voce). Inizialmente i neumi erano posti sul testo (campo aperto), successivamente su uno o più righi (4 righi=Tetragramma, la notazione più usata e definitiva che si trova ancora oggi sul Liber Usualis). L'uso di una notazione scritta permetterà lo sviluppo della perizia musicale essendo che un'arte non può nascere dal nulla ma deriva dalla speculazione metodica. Questo sviluppo, come spesso accade, trae spunto da alcune esperienze casuali, così la pratica corale Monodica (melodia ad una sola voce) pian piano e cautamente si muoverà verso una pratica a più melodie, dapprima semplicissime, poi complesse; il modo più semplice per ottenere 2 melodie è quella di avere due voci, di cui una ferma su un suono, l'altra che si muove sopra essa. Lo studio dei rapporti tra queste melodie è detto "contrappunto" (punctum contra punctum = nota contro nota). Il Contrappunto è un'arte che dall'anno 1000 si protrarrà sino ai giorni nostri conoscendo il suo splendore massimo nel genio di J. S. Bach; essa è un'arte sublime, complessa, al contempo matematica e dell'anima, che è riuscita ad incorporare in sé molte altre arti. Vediamo alcuni dei passi dell'arte del contrappuntare:

organum -melodia gregoriana (vox principalis) accompagnata da un'altra melodia (vox organalis)

discantus -due melodie che si accompagnano nota contro nota

organum melismatico -la voce superiore "fiorisce" oltre ad accompagnare quella inferiore

contrappunto -una melodia data viene contrappuntata da una o più melodie di nuova creazione

contrappunto imitato -due voci cantano una melodia simile ma non contemporaneamente (vedi "fra Martino")

canone -due voci cantano la stessa melodia ma non contemporaneamente, la 1a voce si chiama dux, la 2a comes

fuga -la forma più alta di canone

 

 

I protagonisti:

                    Notker I di San Gallo (840 -San Gallo, 6 aprile 912) detto Balbulus, inventore della Sequenza (sua è la "Veni, Sancte Spiritus", una delle 5 sopravvissute al Concilio di Trento)

                    Guido Monaco, conosciuto anche come Guido d'Arezzo o Guido Aretino (991 circa -1050), è stato un monaco e musicologo italiano, suo il Micrologus e la solmisazione (Ut queant laxis/Resonare fibris/Mira gestorum/Famuli tuorum/Solve polluti/Labii reatum/Sancte Johannes)

                    Pérotin e Lèonin (magister Perotinus magnus et magister Leoninus) (Parigi, 1160 ca. -1230 ca.) compositori francesi della celebre Scuola di Notre Dame a Parigi, i primi nomi della composizione musicale.

                    Philippe de Vitry (Parigi, 1291 -1361) è stato un compositore, teorico musicale e poeta francese, egli fu il teorizzatore dell'Ars nova oltre che un innovativo e influente compositore.

                    Guillaume de Machaut (Reims, 1300-05 -1377). La sua musica è la più alta espressione dell'ars nova francese raccolte In edizioni manoscritte particolarmente curate: 23 mottetti sacri e profani, 42 ballades, 20 rondeau, 32 virelais, 19 lais e 7 composizioni similari contenute nel Remède de fortune, nonché due composizioni liturgiche: la Messe de Notre-Dame, a quattro voci (composta nel 1364) e un hoquetus, David.

                    Francesco Landini, o Landino (conosciuto al suo tempo come 'Francesco cieco', o 'delli Organi' o 'da Firenze' (1325 -Firenze 1397), è stato un compositore, organista, poeta, cantore e costruttore di strumenti musicali italiano. È uno dei più famosi compositori della seconda metà del XIV secolo e il più acclamato del suo tempo in Italia.

 

                    Guillaume Dufay (anche Du Fay o Du Fayt) (1397 -Cambrai, 1474) è stato un compositore e teorico musicale francese-fiammingo. Fu il più famoso e influente compositore europeo della metà del XV secolo, e la sua opera ha dato avvio al periodo rinascimentale in musica. Nel 1436 per la cerimonia di consacrazione del Duomo di Firenze fu eseguito il suo Mottetto "Nuper rosa rum flores" basato sulla euritmia della chiesa